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Il segmento testuale In carcere è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 56Entità Multimediali , di cui in selezione 16 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 542

Brano: [...]dello Stato e socialismo’’ firmando con

10 pseudonimo "Marchetti”. Con detto articolo muoveva aspre critiche alla politica economica del Regime Fascista, a base di false e tendenziose affermazioni, preconizzando il fallimento del Fascismo italiano, e non risparmiando parole irriverenti verso

11 Duce, che l’Italia venera ed i! mondo ammira.

Sul giornale "Il nuovo Avanti” scrisse vari articoli celandosi sotto lo pseudonimo Gin [...] ..

In carcere

Detenuto per 6 mesi nel carcere romano di Regina Coeli prima del processo, dopo la condanna Pesenti fu inviato a Fossano, dove rimase

1 anno, quindi a Civitavecchia e infine a San Gimignano.

Durante la lunga detenzione a Civitavecchia, i disagi subiti nelle varie carceri si cumularono, provocandogli un attacco di angina pectoris di origine enterica. Poiché i medici del Centro clinico e le autorità carcerarie (come risulta da documenti deH’Archivio di Stato) si astennero dal curarlo e non gii comunicarono neppure la diagnosi della gravissima malattia, potè sopravvivere solo grazie all[...]

[...]provocandogli un attacco di angina pectoris di origine enterica. Poiché i medici del Centro clinico e le autorità carcerarie (come risulta da documenti deH’Archivio di Stato) si astennero dal curarlo e non gii comunicarono neppure la diagnosi della gravissima malattia, potè sopravvivere solo grazie alla sua giovane ed energica fibra, sorretta da un’eccezionale forza d’animo, (Ma i postumi di quel male l'avrebbero condotto a una morte prematura). In carcere, il giovane studioso rat forzò le proprie convinzioni e aderì al Partito comunista, diventando ben presto uno dei quadri più stimati nella organizzazione clandesti» na del partito.

Nel suo libro La cattedra e il bugliolo, cosi Pesenti scriverà sulla propria esperienza carceraria:

« Se al momento dell’arresto ci si sente in qualche modo distaccati dal mondo, dopo la condanna si avverte addirittura un senso di liberazione. Allora non c'è più neanche la preoccupazione di imbastire una difesa. Bisogna essere piagnucolosi come Silvio Pellico per intitolare i propri ricordi carcerari "Le mie [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 359

Brano: [...]articolare [...]. Dimesso dal carcere, ripresi a studiare. Mi presentai alla maturità come privatista. Il mio compito d’italiano fu giudicato il migliore. Ottime prove di latino e di greco. All'esame di ginnastica fui invitato, con gli altri, a fare il saluto romano. La mia mano restò abbassata. Il professore mi chiese spiegazione. "Non posso", dissi. Forse il professore voleva aiutarmi. Mi disse: "Consideralo un esercizio ginnastico". Risposi: "In carcere non me l’hanno insegnato". Risultato: sospeso per un altro anno da tutte le scuole del regno. Mio fratello Giuliano [v.] seguiva a ruota. Dimostrazioni, arresti. Insomma, era una bella famiglia dove tutti andavano a cercarsi i guai. Così almeno pensava la gente ». (Cfr. « Avanti o popolo, ma con giudizio », intervista rilasciata a Domenico Campana su II Giorno del 31.1.1982, pag. 3).

L’università del carcere

Nel 1931 espatriò clandestinamente in Francia e partecipò al IV Congresso del P.C.I. a Colonia, in rappresentanza dei giovani comunisti. Fu quindi designato segretario della F.G.C.I[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 488

Brano: [...]la triste vita dei ghetti. Attraverso vari lavori, nel 1941 approdò a Harlem (New York), di cui sarebbe diventato — scrive lui stesso — « uno dei più depravati trafficanti e parassiti »: lotterie, prostituzione, droga erano le « attività » che più lo impegnavano. Nel 1946, già diventato una piccola autorità nella comunità dei trafficanti neri, venne arrestato e condannato a 7 anni di prigione per rapina a mano armata.

La scuola del carcere

In carcere, come tanti altri militanti neri, Malcolm cominciò a prendere coscienza della condizione del nero nella società americana e della necessità della lotta contro il razzismo bianco. Maturò in lui il pensiero che « l’uomo bianco stava rapidamente perdendo il suo potere di opprimere e sfruttare la gente di colore, che questa cominciava a insorgere ». Il processo attraverso cui avveniva questa presa di coscienza era strettamente collegato alla predicazione di Elijah Muhammad, leader dei « Musulmani neri » (Black Muslims), una piccola setta islamica in cui già militava il fratello Reginald.

Malco[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 399

Brano: [...]niero nel presidio di Andorno, venne fucilato per rappresaglia in seguito a un’audace azione compiuta dai partigiani (v. Andorno, Battaglia di).

Lombardi, Carlo

Remo. N. a Mortara (Pavia) il 7.1. 1899; operaio. Militante dal 1919 nella Gioventù socialista e attivo antifascista, nel 1921 venne coinvolto in un cruento conflitto tra contadini e agrari nelle campagne della Lomellina, e in seguito a questo fu condannato a 30 anni di reclusione. In carcere aderì al Partito comunista.

Amnistiato alla caduta del fascismo, dopo l’8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione nelle file della Resistenza. Organizzò la lotta partigiana nell'Oltrepò Pavese, dove costituì la prima Brigata Garibaldi della provincia (51a Brigata « Arturo Capettini ») e ne assunse il comando.

Dopo aver partecipato alla liberazione di Varzi, venne designato commissario di guerra della Divisione « Aliotta » e, più tardi, venne inviato dal Comando generale del Corpo volontari della libertà in vai Camonica e in vai Trompia come ispettore presso quelle formazioni parti[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 376

Brano: [...]are in Francia, dove continuò a lavorare per il partito.

Dopo l'occupazione tedesca partecipò alla Resistenza francese, come partigiano combattente. Divenuto presidente del Comitato italiano di liberazione delle Alpi Marittime, all’indomani della Liberazione diresse in Francia organizzazioni politiche e sindacali.

Espulso dalla Francia nel 1951, rientrò in Italia e assunse la direzione della Scuola centrale dell’I.N.C.A.

Le sue Memorie In carcere con Gramsci sono uscite postume (Milano, 1973) con una introduzione di Umberto Terracini.

Lisitskij, Eliezer

El Lisitskij. N. a Polsinok (Smolensk) nel 1890, m. a Mosca nel 1941; artista grafico.

Non potendo studiare nella Pietroburgo zarista perché ebreo, si iscrisse alla facoltà di Architettura di Darmstadt in Germania, acquistando una formazione culturale mitteleuropea. Fin dal 1909 fu a contatto con le avanguardie artistiche di Parigi e altre capitali. Nel 1914 si recò a Mosca per completare gli studi di architettura e realizzò con linguaggio cubofuturista una serie di disegni de[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 239

Brano: [...]essa: in 35 anni vi scrisse solo una decina di articoli, ma molti altri pezzi, a firma TK oppure Noi, non erano che il frutto della sua assidua e stretta collaborazione con Turati, di cui divenne consigliera e giudice ascoltata. Non solo la produzione politica di Turati, ma anche quella dei giovani amici (Claudio Treves, Ivanoe Bonomi etc.) che frequentavano in quegli anni la sua casa, risentivano fortemente dell’influenza di Anna Kuliscioff.

In carcere

Durante la repressione crispina del 1894 Anna Kuliscioff fu relegata per molti mesi al confino.

Al Congresso socialista di Bologna (1897) tenne la relazione sull’azione del partito verso il movimento operaio: una breve ripresa di lavoro, su cui piombò la repressione poliziesca del 1898. Alle ore 5 del

9 maggio fu arrestata. Processata per la sua attività di dirigente socialista, fu condannata a 2 anni di carcere, interrotti dopo 8 mesi dalla sopraggiunta amnistia.

Nel settembre 1900 era al Congresso socialista di Roma, relatrice sulla questione della legislazione operaia. Sua fu l[...]

[...]ua attività di dirigente socialista, fu condannata a 2 anni di carcere, interrotti dopo 8 mesi dalla sopraggiunta amnistia.

Nel settembre 1900 era al Congresso socialista di Roma, relatrice sulla questione della legislazione operaia. Sua fu la legge sul lavoro delle donne e dei fanciulli, per la

quale il Partito socialista si impegnò nel 1903 in una grande campagna di propaganda.

Nonostante che una dolorosa artrosi deformante, contratta in carcere, minasse ormai il suo organismo e l’avesse condotta più di una volta in fin di vita, negli anni dal 1901 al 1908 fu ispiratrice del gruppo riformista in tutte le maggiori controversie tra le correnti socialiste, e nel portare avanti la strategia che fu tipica del P.S.I. nel momento migliore dell’esperimento giolittiano.

Dirigente riformista

Al Congresso socialista di Firenze

(1908), intuendo che l’ala destra del suo gruppo (Leonida Bissolati e Bonomi) correva il pericolo di estraniarsi dal partito per l’incomprensione dei temi delle grandi riforme politiche (suffragio universale), si[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 564

Brano: [...]per concordare una linea comune di azione nella lotta contro i nazifascisti, accantonando fino al termine della guerra ogni discussio

ne su questioni territoriali (4.4.

1944).

Chiamato dal partito a Trieste, alla direzione del movimento comunista della regione, venne presto individuato dalla polizia tedesca come uno dei principali capi della Resistenza. Il 15.11.1944, in seguito alla delazione di un provocatore, fu catturato dalle S.S.. In carcere, resistette stoicamente alla tortura e non si piegò di fronte ai suoi aguzzini.

Si ignorano il luogo, la data e le precise circostanze della sua morte. Si ritiene fondatamente che, come Luigi Frausin e altri patrioti, sia stato ucciso nella famigerata Risiera di San Saba.

C.Fa.

La città di Brindisi, nel rendere solenni onoranze alla sua memoria, gli ha dedicato una lapide con epigrafe dettata da Concetto Marchesi: « Antonio Vincenzo Gigante — operaio organizzatore partigiano — medaglia d'oro — caduto a Trieste nel novembre 1944 — nella galera fra le torture — con la morte testimoniò [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 474

Brano: Gandhi, Mohandas Karamchand

Nel 1929 e nel 1930 accentuò le iniziative di resistenza passiva, invitando la popolazione a non comprare il sale di monopolio inglese e a iniziarne la produzione illegale. Nuovamente arrestato nel marzo 1930, fu tenuto in carcere fino al gennaio dell’anno successivo.

Dopo un breve soggiorno a Londra, fu ancora arrestato per aver proclamato la disobbedienza civile. In carcere Gandhi iniziò lo sciopero della fame, costringendo in tal modo le autorità britanniche, preoccupate che la sua morte potesse sollevare la popolazione contro il governo coloniale, a rimetterlo in libertà. Ripresa la lotta, il Mahatma decise di sostituire, alle forme di disobbedienza civile collettiva, altre di resistenza individuale, messe in atto da volontari selezionati. Nell'ottobre 1934 annunciò formalmente il suo ritiro dal Congresso indiano e dalla vita politica: tuttavia, attraverso i discepoli, continuò a controllare l'attività del principale partito politico dell’india. Dopo il 1934, [...]

[...].1947)

e affidò la direzione di questa lotta « non violenta » nuovamente a Gandhi. La risoluzione, quantunque redatta più che altro per costringere gli inglesi ad aprire nuove trattative, vide una violenta reazione britannica. Il partito del Congresso fu dichiarato dal governo coloniale fuori legge. Gandhi, arrestato e tradotto a Poona, ne venne liberato per motivi di salute solo nel maggio 1944, qualche mese dopo che sua moglie si era spenta in carcere e mentre il conflitto stava volgendo al termine in Europa. Un suo « digiuno », protrattosi per 21 giorni, non aveva avuto questa volta alcun esito.

Negli anni del dopoguerra il Mahatma ebbe una parte di primo piano durante le trattative che, iniziate nel 1945, si conclusero il 15.8.

1947 con la proclamazione dell’indipendenza indiana e con la divisione del territorio in due Stati, l’uno propriamente indiano (Unione Indiana) e l’altro musulmano (Pakistan) , secondo criteri geografici e politici aspramente contestati, e tali da dare luogo a una lunga crisi di assestamento. Simbolo di ques[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 519

Brano: [...]ia difesa pronunciata daN’avvocato repubblicano Ottorino Petroni, alla pena di 10 anni e 9 mesi di reclusione, alla interdizione perpetua dai pubblici uffici e a 3 anni di vigilanza speciale dopo espiata pena (30.11. 1929).

Alla lettura della sentenza Pertini, che aveva mantenuto un atteggiamento altero e dignitoso, dai suoi giudici considerato sprezzante, gridò, prima d’essere trascinato via: « Viva il socialismo e abbasso il fascismo! ».

In carcere

Dal momento dell’arresto a Pisa fino alla tarda estate del 1943 (dunque per oltre 14 anni, senza un giorno di interruzione) Pertini non

519



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 186

Brano: [...] Co.

Rindi, Rindo

N. a Sesto Fiorentino il 24.11.1910, ivi m. il 2.9.1984; meccanico. Apprendista aggiustatore dal 1926 alle Officine “Galileo”, entrò in contatto con l’organizzazione comunista clandestina della fabbrica, svolgendo continua attività negli anni del regime. Nel 1942, per aver diffuso volantini di propaganda antifa: scista, fu arrestato e deferito al Tribunale speciale, che il 17.11.1942

lo condannò a 8 anni di reclusione. In carcere studiò sotto la guida di

Giacomo Pellegrini, uno dei dirigenti del collettivo comunista operante nel penitenziario di Castelfranco Emilia.

Liberato il 23.8.1943, dopo I’8 settembre fu tra gli animatori della Resistenza sestese e fiorentina. Nominato responsabile militare della II Zona circondariale di Firenze del P.C.I., ne curò assiduamente l'organizzazione. L'1.9.1944, quando si ebbe un ritorno offensivo delle truppe tedesche su Sesto, ancora terra di nessuno, i patrioti della II Zona, a fianco dei partigiani sestesi giunti da Firenze al comando di Giulio Bruschi, opposero valida resi[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine In carcere, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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